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Recentemente ho partecipato ad un congresso sull’ oncologia di genere durante il quale sono emerse delle evidenze che nella realtà clinica non sono applicate per esempio la cartella clinica ci fa indicare solo maschio o femmina e non il genere…
Secondo l’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) è il risultato di criteri costruiti su parametri sociali circa il comportamento, le azioni, i ruoli attribuiti ad un sesso e come elemento portante per la promozione della salute.

Le diversità di genere si manifestano nei comportamenti, negli stili di vita, nel vissuto individuale e nel diverso ruolo sociale, nello stato di salute -incidenza di malattie acute e croniche, tossicità ambientale e farmacologica, patologie lavoro-correlate, salute mentale, disabilità, in tutte le fasce d’ età e i sottogruppi svantaggiati-, nel ricorso ai servizi sanitari per prevenzione -dagli screening agli accessi in farmacia per dispositivi medici-, nel vissuto di salute -atteggiamento nei confronti della malattia, percezione del dolore-; la medicina di genere si occupa di studiare l’ influenza delle differenze biologiche (definite dal sesso) e socio-economiche, culturali (definite dal genere) sullo stato di salute e di malattia di ogni persona.
Dovremmo aprire una nuova finestra nella cartella clinica e sarebbe utile porre alcune domande specifiche al paziente e individuare i criteri di determinazione del genere.

In oncologia sappiamo che gli studi clinici difficilmente sono splittati tra uomo e donna -si cerca di capire a posteriori-, sappiamo che la clearence di alcuni farmaci è più lenta nelle donne e dunque alcune tossicità più marcate sono da ricercare in una maggiore esposizione al farmaco,  le donne hanno un peso medio inferiore agli uomini, una percentuale di massa grassa più alta, un minore volume plasmatico, diversi profili di assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione dei farmaci.Occorrono nuovi studi clinici.

In immunologia sappiamo che la donna ha una maggiore reattività immune, di qui la maggiore incidenza di malattie auto-immuni, ma anche una indicazione sulla scelta degli immunoterapici o i vaccini rispetto ad altri farmaci tipo inibitori di checkpoint; sappiamo che gli ormoni estrogeni giocano un ruolo determinante nella presentazione dell’ antigene ai linfociti T, mentre gli androgeni sono immosoppressivi. Sappiamo che vengono prodotte differenti citochine in risposta ai trattamenti (per esempio nel melanoma) e ciò può indirizzare e ottimizzare la terapia in modo personalizzato.

Nella terapia del dolore sappiamo che c’è una percezione differente del dolore, specie quello oncologico, alcuni studi indicano che fluttuazioni ormonali specie di estrogeni determinano alti livelli di dolore mentre la stabilità è protettiva, il testosterone protegge gli uomini da alti livelli di dolore (non c’è letteratura sulla popolazione transgender, esposti a terapie estrogeniche di lunga durata così come androgeniche).

Attualmente esiste un osservatorio sulla medicina di genere presso l’ Istituto Superiore di Sanità che si occupa di elaborare percorsi clinici, ricerca e innovazione, formazione, comunicazione e informazione, farmacologia di genere, occuparsi di diseguaglianze di salute legate al genere. migliorare la cura rafforzando il concetto di ” centralità del paziente” e di ” personalizzazione delle terapie”.

Quello che è strettamente necessario è di formulare gli studi clinici tenendo conto del sesso e del genere, i risultati ottenuti finora sono insufficienti ma la strada per formulare/aggiornare le linee guida è tracciata, ora occorre incentivare la ricerca in questo ambito.

Qualche dato che fa riflettere e che può essere utile nella pratica clinica.

 

 


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La neofobia alimentare indica il rifiuto di provare nuovi alimenti e nuovi sapori. Neofobia deriva dal greco ‘neos nuovo e phobos paura) e vuol dire rifiuto, profonda paura per le cose nuove. L’ atteggiamento neofotico si manifesta soprattutto con frutta e verdura ma anche con alcuni alimenti di origine animale come il pesce. Il rischio è che venga compromessa la qualità della nutrizione del bambino, la biodiversità e ciò comprometta la crescita, lo sviluppo fisico e mentale.
Il fenomeno è diffuso in circa il 20/30% dei bambini, dallo svezzamento con un picco tra i 2 e i 6 anni, talvolta permane in età adulta ma generalmente migliora con il passare degli anni.
Pare che nel sesso femminile vi sia una predisposizione genetica mentre nel sesso maschile il fattore ambientale agisce più strettamente (abitudini familiari, amicizie). L’ atteggiamento di rivolta nei confronti dei genitori e la sicurezza in cibi noti, sono altri fattori che determinano la neofobia, ma anche ad un senso di piacere nel cibo meno marcato che può sfociare in età adolescenziale in un disturbo del comportamento alimentare (come ortodossia o anoressia nervosa).
Va ricordato che il meccanismo di ricompensa utilizzato spesso dai genitori va evitato per non rinforzare il concetto di cibo extra e non abituale.
La selettività alimentare (o pickiness) va distinta dalla neofobia, perché si basa sulla scelta mirata di certi alimenti in modo esclusivo e non il rifiuto di alcuni alimenti, ma anche la selettività può sfociare in gravi disturbi sia fisici che psicologici.
Si può affrontare la neofobia con la desensibilizzazione attraverso l’ esposizione graduale a nuovi alimenti che devono essere presentati in modo gradevole, con gusto vicino a quello del bambino e modellando le reazioni parentali in modo positivo per associare il cibo ad una emozione positiva.
In generale ritengo che una educazione alimentare svolta in ambiente scolastico sarebbe ideale per fare capire ai bambini che il cibo è un alleato della nostra salute e che può essere buono anche se di colori o forme diverse dall’ abituale consumato .
A questo proposito, suggerisco a tutti i genitori di creare un ambiente sereno di consumo del pasto cercando di variare il menù ogni giorno e mangiando gli stessi alimenti dei figli sempre con emozioni di soddisfacimento dopo il pasto e gioco e suggerisco a chi progetta e cucina i menù delle scuole e degli asili di creare dei piatti gustosi, semplici ma vari seguendo uno schema bilanciato e senza eccedere in carboidrati semplici o proteine animali.
Spero possa essere stato utile.
Buon week end
la Vostra doc


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Come oncologa di formazione, mi sono sempre posta la domanda di cosa indicare ai pazienti durante le terapie per nutrirsi in modo da meglio tollerare le stesse terapie e in modo da sinergizzare con esse. Si è iniziato a pubblicare seriamente da circa 15 anni e associazioni come il Fondo Europeo per la Ricerca sul Cancro appartenente all’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha stabilito alcune raccomandazioni come summa dei risultati dei grandi studi.

In sostanza, viene raccomandato di consumare in modo abbondante i cereali integrali (riso integrale, farro, quinoa, miglio, cous cous integrale, grano saraceno, avena) e legumi almeno 1 cucchiaio a pasto (piselli, fave, fagioli, ceci, lenticchie), di consumare abitualmente frutta e verdura e io aggiungo, di stagione e meglio se di derivazione da coltivazione biologica o biodinamica, di mangiare frutta fresca con moderazione ma almeno 2 volte al giorno meglio fuori pasto e in abbinamento alla frutta secca a guscio come noci, nocciole e mandorle, per impedire il picco glicemico che la frutta fresca provoca a causa del fruttosio.

Di consumare semi oleaginosi misti,  aggiungere semi  nello yogurt, per esempio consiglio bianco o keffir da arricchire con cereali come granola di avena integrale o di farro integrale, cioccolato fondente, anche per colazione

Di consumare pesce, meglio se pescato e fresco, di ridurre tutte la carne in generale ma più la carne rossa e di eliminare la carne lavorata entrata come classe 1 nella classificazione dello IARC (dunque c’è evidenza di una cancerogenicità per l’ uomo), di eliminare le bibite gassate, lo zucchero anche se di canna, il sale fino e tutte le farine raffinate (quelle che noi chiamiamo 0-00 e che sono spesso in pasta o merendine o biscotti confezionati)

Viene consigliata una dieta varia, bilanciata nei pasti e rispondente al fabbisogno del paziente.

Ultimamente con il nascere di una oncologia sempre più tailored sul paziente, cioè cucita ad hoc, personalizzata in base alle caratteristiche genetiche del tumore e della persona, dello stadio e delle condizioni e basata sulla educazione del sistema immunitario a rispondere ad un certo tipo di tumore, si consiglia di personalizzare anche la nutrizione e di prestare particolare attenzione al microbiota (quell’ insieme di micro-organismi che popolano le nostre mucose in particolare il tubo digerente, che rappresenta un organo vero e proprio e che condiziona non solo il metabolismo energetico, del glucosio ma anche la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina modulando l’ umore e anche la risposta immune alle noxe infettive e il tono immunitario globale).

Il paziente in terapia va studiato, visitato, ascoltato per permettere una nutrizione adeguata e ad hoc per il problema presente; talora molte donne operate di tumore mammario, mandate in menopausa farmacologica, aumentano di peso con accumulo di grasso viscerale e aumento dello stato infiammatorio e della sindrome metabolica con aumento conseguente del rischio di recidiva. Devono rientrare nel peso e nelle caratteristiche di tessuto adiposo normali per queste (tessuto adiposo viscerale ridotto).

Molto spesso succede che i pazienti in terapia da tempo perdano troppo peso, -massa magra- e venga loro consigliata una terapia nutrizionale parenterale che li aiuta da un lato ma impedisce dall’ altro una nutrizione corretta perché talora altera il senso di appetito, già basso in molti; per cui dovere dell’ oncologo è anche di prescrivere una nutrizione in grado dei aiutare il paziente a prevenire la cachessia, -questo è stressato anche negli ultimi congressi-. Nel 2024, i pazienti oncologici possono sopravvivere con una buona qualità di vita, facendo le terapie e mantenendo un peso e una struttura fisica normale. Per questo si deve associare una moderata attività fisica sempre.

In generale i 3 pilastri della nutrizione in oncologia sono questi:

1- ridurre i picchi glicemici

2- ridurre lo stato infiammatorio

3- ridurre i fattori di crescita

Tutta la nutrizione va costruita poi ad hoc sul paziente conoscendo alla perfezione gli alimenti e le loro proprietà e permettendo così un’ azione sinergica con le terapie e di supporto per il paziente stesso.

Spero possa essere stato utile.

La Vostra doc

 



Siamo agli sgoccioli delle vacanze di Natale, il nuovo anno si presenta con tanti impegni, propositi e anche una recrudescenza delle varie virosi influenzali.
Per fare fronte a nuovi ritmi e orari differenti, consiglio sempre un periodo di rhodiola rosea , che ricca di vitamina C, è adattogena e ci aiuta a rimettersi in carreggiata con energia e un aiuto al sistema difensivo immune.
Cercare di nutrirsi in modo più leggero, senza soffriggere gli oli, senza eccedere con la carne lavorata e gli insaccati, sarebbe ottimale per migliorare il passaggio, abbondando con verdure di stagione in particolare le crucifere, riso integrale che sfiamma e nutre nello stesso tempo.
Durante gli stati influenzali proseguire e innalzare leggermente il dosaggio della vitamina D può essere utile.
Nella mia esperienza ho notato come nei cambi di ritmo circadiano, il nostro organismo si stressi a tal punto da essere più suscettibile anche ad insulti infettivi, per cui molto spesso indico ai miei pazienti di assumere eleuterococco, echinacea e ribes nigrum, talvolta abbinata alla spirulina che riattiva anche dal punto di vista metabolico.
In caso di stato influenzale, raccomando di fare la crema di riso integrale dal riso integrale biologico ben sciacquato sotto l’ acqua corrente e massaggiato e posto in acqua sul fuoco, a bollore coprire e abbassare il fuoco e fare bollire per 60 min poi non scolare, si sentirà il profumo del riso in casa e compariranno buchini sulla superficie, -è cotto!-, frullare finemente e condire con olio evo, sale marino integrale o gommasio e a piacere polvere di semi di lino, zucca e girasole tostati e macinati.
Questo piatto ha un potenziale anti-infiammatorio enorme e va bene anche per i bambini, utilissimo anche a chi ha bruciore, reflusso e gastrite o colite (sia dolori che diarrea)
Consumare semmai a pranzo una pasta di grano antico come senatore cappelli anche solo con olio e verdure miste come broccoli, carote, piselli, barbabietola e la sera la crema di riso integrale, può abbreviare i tempi di guarigione.
Consumare del tè verde bancha con miele di manuka può essere utile, così come dei frullati di latte di avena o mandorla con frutta di stagione e cannella e qualche mandorla negli spuntini o a colazione.
Si possono fare delle ciambelle fatte a casa con farina di farro, cacao amaro, olio al posto del burro e miele o purea di mele al posto dello zucchero, con carote, noci, mela da consumare a colazione oppure dei biscotti con datteri o albicocche secche, nocciole sbriciolate e farina di castagne.
Sono davvero infinite le possibilità della nutrizione a basso tenore di proteine animali e oltre a fare del bene a noi stessi facciamo un piccolo gesto per il pianeta, un nutrizione sana ed eco-sostenibile…non è utopia, è concretezza.
La nutrizione clinica dovrebbe essere una disciplina medica, re-introdotta nello studio dei medici, perché troppo spesso vedo persone che si rovinano facendo restrizioni a caso o diete lette su internet o prese in luoghi inappropriati, non va bene; noi siamo quello che mangiamo e per ottenere un risultato che sia benefico anche per la salute occorre nutrirsi in modo adeguato alle proprie caratteristiche, occorrere accogliere la persona ed ascoltarla, visionare gli esami, eventualmente fare una integrazione di essi (e non ci deve essere la barriera al non far fare esami di approfondimento perché talora sono necessari), occorre visitare la persona dalla testa ai piedi, guardare tutto, dalla cute, al cuore, fegato, stomaco, intestino, polmoni, pressione sanguigna, valutare lo stile di vita, anamnesi, epigenetica, metabolismo di base, oltre alle indagini di plicometria e antropometria, perché il peso o l’ indice di massa corporea da soli non bastano a stabilire se si è nella salute, il peso riflette tanti aspetti e non possiamo basarci solo su questo valore che ormai è obsoleto….sono concetti questi che porto avanti da anni nella seppur modesta attività e spero che le persone possano sentirsi veramente aiutate e supportate in tutto questo.
La nutrizione clinica riveste un ruolo chiave nelle varie patologie gastrointestinali, in nefrologia, in reumatologia, in neurologia, in pediatria, in oncologia, in geriatria, è una disciplina orizzontale e per ogni paziente occorre stabilire insieme la strategia nutrizionale appropriata, non sono più sufficienti ad oggi gli elenchi di cibi sì e cibi no. La popolazione si ammala sempre più di patologie che spesso derivano da una scorretta nutrizione o da sbalzi ponderali continui e inizia la medicalizzazione con sempre più farmaci e sempre meno salute e benessere.
Spero di essere stata abbastanza chiara.
Buon inizio di questo 2024 meraviglioso pieno di ascolto, accoglienza, benessere e sorprese incredibili!
La Vostra doc


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11 Novembre 2023 simonacasadeiNutrizione

Ormai è assodato e pubblicato che lo stato di eubiosi condizioni il benessere globale dell’ organismo sia a livello fisico, che metabolico che psicologico e emotivo.
L’ organismo o micromioma -batteri, virus, miceti- che popola il tubo digerente è responsabile della produzione di ormoni e neurotrasmettitori come la serotonina che condiziona l’ umore e la disposizione emotiva, responsabile del metabolismo del glucosio e dunque dei livelli glicemici -per questo è molto importante curare la nutrizione dei pazienti con diabete-,del metabolismo di base, della produzione di alcune vitamine e del normale assorbimento di micro e macro-nutrienti, inoltre di modulare il sistema immunitario.
In generale la rivoluzione microbolomica è avvenuta negli ultimi 8/10 anni con l’ avvento di terapie, specie in ambito oncologico, in grado di modulare ed educare il sistema immunitario alla risposta anti-tumorale, si è visto infatti che modulando il micromioba (in alcuni studi si parla anche di trapianto fecale), è possibile migliorare la risposta ad alcuni farmaci immunoterapici di nuova generazione.
Da queste considerazioni emerge dunque che nutrire il microbiota in modo adeguato sia fondamentale per mantenersi in salute e longevi.
I principi fondamentali si basano su inserire nella dieta cereali integrali (ricchi non solo di cacboidrati complessi ma anche di acidi grassi essenziali e fibre), verdure biologiche in abbondanza e biodiverse nei giorni, utilizzare modicamente frutta di stagione biologica e lontana dal pasto in associazione a frutta secca a guscio tipo noci, nocciole e mandorle in quanto gli acidi grassi essenziali non solo sono utili a livello cardio-vascolare ma in grado di ridurre la velocità di assorbimento intra-gastrica del fruttosio, riducendo l’ incremento di glicemia dopo l’ assunzione della frutta e riducendo la putrefazione che avviene nel colon, spesso accompagnata a gonfiore e meteorismo.
Ridurre le sostanze nervine com caffè e tè, limitarsi al tè banca o kukicha o oolong e tisana di malva e melissa per migliorare lo stato della mucosa intestinale.
A questo proposito vengo descritti in molti studi gli effetti benefici della berberina non solo per ripristinare l’ integrità di parte dell’ intestino ma anche nel modulare la composizione del microbiota stesso e quindi indirettamente si è visto anche sulla salute cardio-vascolare.
si consiglia di idratarsi abbondantemente con acqua a basso residuo fisso e durante tutto l’ arco della giornata e di praticare regolarmente una attività fisica adatta a se stessi. Anche la mediazione camminata può essere utile come ci dice Thich Nhat Hanh.
Per chi lo desidera una giornata tipo per la salute dell’ intestino:
Colazione: tè banca con 1 cucchiaino di miele di manuka con 2 fette di pane tostato integrale con semi di lino e crema di anacardi biologica
spuntino: 1 spremuta di 2 arance con 2 noci
camminata di 30 minuti
Pranzo:
riso integrale rosso con lenticchie, leggermente brodoso con carota e cipolla e miso
oppure brodo vegetale fatto con verdure fresche con ceci , rosmarino e pasta al farro o senatore cappelli
oppure farro integrale con humus di ceci e rucola, 2-3 olive e 2 pomodorini secchi sminuzzati
spuntino: 1 yogurt kefir bianco con 1 cucchiaio di semi di zucca e mirtilli
Cena:
sogliole al forno con 2 patate medie rosse e zucca sempre al forno con timo e alloro e asparagi/carciofi/broccoli cotti al vapore e insaporiti con curcumanda (polvere di curcuma e farina di mandorle 1:1)
oppure
crema di zucca, porro e riso integrale con polvere di semi di girasole e zucca tostati e tritati, prezzemolo
oppure
crema di fagioli con polpa di pomodoro, porro e finocchio, cipolla e 2 bruschette di pane integrale a cubetti
1 ora dopo cena: 1 mela cotta con cannella e pinoli tostati
Altre ricette utili sul mio libro LiveLoveEat edito da Anima Edizioni, acquistabile online o in libreria
Un buon autunno a tutti!!
Curiamo la salute del nostro intestino e staremo meglio con più energia e benessere
La Vostra Doc


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Quando parlo con i miei pazienti in questo periodo dell’ anno, spesso ci troviamo ad affrontare difficoltà di digestione, senso di gonfiore ogni volta che si ingerisce cibo, malessere, talora mal di gola o tosse notturna per le quali non va assunto antibiotico ma altresì un anti-reflussigeno, se il sintomo è associato a bruciore e acidità (comunque valutare insieme al medico di fiducia dopo opportuna visita medica).
Qualche paziente mi riferisce anche dolore infrascapolare…è sempre il reflusso.
Nel cambio di stagione il corpo si adatta al cambio di temperatura, di luce con una certa difficoltà…tale difficoltà produce stress e dunque aumento dell’ attività gastro-produttrice dello stomaco; una incontinenza dello sfintere cardiale o un’ ernia jatale rendono il fenomeno del reflusso non solo costante ma anche sintomatico specie in questo particolare periodo dell’ anno. Tosse, quindi, canina, secca, arrossamento della gola e dell’ ugula, senso di peso sternale, addirittura dolore alla spalla come a mimare un sintomo cardiaco, bruciore retrosternale, in gola e dolore nella parte alta dell’ addome o periombelicale.
Cosa mangiare quando ci troviamo in questa situazione?
Consiglio per una decina di giorni di sospendere pomodoro in ogni forma, caffè, alcolici, spezie piccanti, tutti i brodi, vellutate e minestroni sospendere a cena, ridurre gli insaccati.
Assumere malva mucillagine può essere di aiuto per proteggere la mucosa esofagea o melissa per favorire la direzione ab orale
Ecco un esempio di menù anti-gastritico e anti-reflusso:
– colazione:
latte di mandorle con fiocchi di avena al naturale in ammollo per qualche minuto o fatti sobbollire con miele di manica, qualche mandorla spelata (il pelo seppur ricco di vitamina E, conferisce molta acidità), mela cotta e cannella, a piacere qualche fettina di banana
-spuntino:
1 pera sbucciata a fettine con crema di mandorle o pistacchio e semi di girasole
-pranzo:
riso integrale, sciacquare bene sotto acqua corrente massaggiando per eliminare i saponi, condire con olio evo, grana invecchiato e bietole/cicoria
oppure
pasta senatore cappelli con broccoli, qualche oliva taggiasca, hummus di ceci e semi di zucca tostati
oppure
pasta al farro con olio e grana, carote lessate
-spuntino:
frullato con latte di avena e avocado, mela, 1/2 banana ricoperto di granella di nocciole
-cena:
sogliole al vapore condite con olio e curcuma con verza lessata e patate rosse o zucca al forno
oppure
orata al forno con 2-3 olive taggiasche e carote gratinate con semi di sesamo
oppure
crema densa di ceci e miglio condita con olio evo e semi di zucca tostati e tritati e a piacere una spolverata di grana invecchiato
oppure
scaloppina di tacchina passata in farina di farro e cotta in padella antiaderente con aceto di mele con funghi champignons/cicoria
-spuntino 1 ora dopo cena:
1 mela cotta con cannella e pinoli tostati e tritati

Spero di essere stata di aiuto…. alla prossima settimana con un nuovo articolo e qualche novità per rientrare in forma prima delle festività e per nutrire il microbiota
Con affetto
La vostra doc Simona



Ho selezionato alcuni prodotti che possono esserVi utili in queste giornate di forte caldo per rinforzare il microcircolo, drenare e anche per perdere qualche kilo e centimetro!!!

ecco i link per fare direttamente l’ acquisto:

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Detox magrifit:

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@lasimodoc


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EVIDENZA

Il libro nasce dalla volontà di condividere il metodo LIVE LOVE EAT (vivi, ama, mangia), che parte da basi strettamente scientifiche, attinge a fonti autorevoli, pubblicazioni e raccomandazioni, integrandole con la solida personale esperienza sul campo professionale e di vita: quando la necessità di aiutare se stessi diventa poi una realtà concreta e una motivazione di aiuto del prossimo.

ARGOMENTO

Una struttura articolata in stagioni, in fasi di vita, con un asse biografico ma in cui tutti si possono, in diversa misura e con diversa intensità, riconoscere e rispecchiare una sorta di agenda, di guida quotidiana per un fruitore desideroso di cambiare, di migliorarsi, ma soprattutto di amarsi e prendersi cura di sé. Il libro è agile, versatile, utile nel quotidiano e accessibile a tutti… corredo prezioso nella giornata di ognuno. Si può trovare auspicabilmente uno spunto, un appiglio, un suggerimento o anche solo una frase, una ricetta da utilizzare nella propria quotidianità per ottenere un piccolo momento di gioia, riflessione e magari anche cambiamento e benessere. Esperienza personale, consigli nutrizionali e spirituali si mescolano e si dipanano per diventare un unico discorso accomunato dal leitmotiv: vivi, ama, mangia.

BIOGRAFIA

Simona Casadei, medico chirurgo, oncologa, esperta in nutrizione, si occupa di medicina integrata da circa 10 anni. Ha lavorato presso l’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna in oncologia e presso l’Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Ha eseguito un internato presso l’Istitute Jaquart del gruppo ‘la Salpetriere’ a Parigi, nel 2000. Co-autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, ha lavorato a Milano in multinazionali farmaceutiche come medical manager nella ricerca su farmaci di nuova generazione in ambito oncologico. Dal 2005, tornata a San Marino, ha sviluppato la sua attività e conoscenza in ambito nutrizionale, omeotossicologia, meditazione, reiki e theta-healing, medicina integrata. Attualmente esercita la libera professione come oncologo-nutrizionista, esperta in medicina integrata. Tiene serate pubbliche di informazione sulla nutrizione clinica e applicata, integrando meditazione e collaborazioni con chef organizzando cene nutriterapiche.

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