Obesità e disturbi del comportamento alimentare: chi fa, cosa e perchè e consigli utili

21 Febbraio 2017 by simonacasadei
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Secondo l’ Organizzazione Mondiale della Sanità, l’ obesità rappresenta uno dei principali problemi di salute pubblica del mondo. Siamo di fronte ad una vera e propria epidemia globale, finora sottovalutata, che si sta diffondendo in molti paesi e che può causare problemi sanitari molto gravi nei prossimi anni. Molte sono le cause che portano ad aumento di peso, ma nella ricognizione dei differenti e numerosissimo fattori chiamati in causa, la stessa OMS ne individua solamente due: il dispendio energetico e l’ apporto calorico. Quindi risultano convincenti solamente lo stile di vita sedentario e il consumo di alimenti ad alta densità calorica. Altri fattori come l’ assunzione di zucchero, l’ allattamento al seno, la proliferazione dei fast-food, sono reputati fattori probabili, mentre il consumo di grandi porzioni di cibo, l’ indice glicemico, i pasti fuori casa sono meccanismi possibili, ma di peso inferiore.
Sulla base di questo, le varie raccomandazioni internazionali (Linee Guida) pur nella diversità tra un Paese ed un altro, possono essere riassunte in pochissime semplici informazioni comuni:

1. Consuma almeno 5 porzioni al giorno tra frutta e ortaggi (frutta a colazione: es kiwi o spremuta da alternare a banana, a metà mattina: pera o mela, a metà pomeriggio: ananas; ricordare di consumare noci o mandorle spelate dopo la frutta. Verdure crude a pranzo e 1 verdura cotta a cena per favorire la digestione)

2. Cansuma alimenti ricchi di fibra (ottimo il riso integrale: ricco in vitamine e sali minerali buoni per sistema immunitario, non essendo brillato, mantiene le fibre e ha un basso indice glicemico: ideale nei periodi di malattia, quindi NON RISO BIANCO)

3. Attenzione alle calorie delle bevande zuccherate: succhi, latti addizionati, es di soia e agli alcolici

4. NON SALTARE LA PRIMA COLAZIONE E FARE 5 PASTI AL GIORNO

5. Controllare l’ entita’ delle porzioni
Ruolo della prevenzione primaria è quindi evitare che il numero delle persone obese aumenti, attraverso campagne pubblicitarie (mangia di meno e muoviti di più!!!): l’ informazione deve essere supervisionata da personale medico esperto in nutrizione clinica.

La prevenzione secondarie va fatta sulle comorbidità dell’ obesità (sindrome metabolica, difficoltà articolari, muscolari, alterazioni cutaneee, disturbi psichiatrici e gastro-intestinali, turbe neuro-endocrine): il team che segue i pazienti deve essere composto da medico di base, il primo approccio e il primo ad essere chiamato per necessità, l’ endocrinologo, il cardiologo (in caso di ipertensione, sempre e comunque per valutare il carico cardiaco), il nutrizionista clinico o esperto di nutrizione clinica, il dietista, il chirurgo (per valutare una eventuale chirurgia bariatrica o trattare complicanze chirurgiche, come le emorroidi o le ernie), l’ ortopedico, lo psicoterapeuta, il clinico (in caso di insufficienza renale il nefrologo, in caso di malattie del fegato l’ epatologo, in caso di diabete il diabetologo).
In ogni caso va attentamente valutata la situazione familiare, l’ ambiente in cui vive il paziente o è cresciuto (back-round familiare) e il livello di socialità, con una verifica dell’ impatto emotivo che il cibo ha sulla vita dell’ individuo.

Ricordiamoci che SIAMO QUELLO MANGIAMO, che NON SIAMO NATI PER SOFFRIRE o per avere perennemente una fame da lupi!!!!

simonacasadei

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