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La neofobia alimentare indica il rifiuto di provare nuovi alimenti e nuovi sapori. Neofobia deriva dal greco ‘neos nuovo e phobos paura) e vuol dire rifiuto, profonda paura per le cose nuove. L’ atteggiamento neofotico si manifesta soprattutto con frutta e verdura ma anche con alcuni alimenti di origine animale come il pesce. Il rischio è che venga compromessa la qualità della nutrizione del bambino, la biodiversità e ciò comprometta la crescita, lo sviluppo fisico e mentale.
Il fenomeno è diffuso in circa il 20/30% dei bambini, dallo svezzamento con un picco tra i 2 e i 6 anni, talvolta permane in età adulta ma generalmente migliora con il passare degli anni.
Pare che nel sesso femminile vi sia una predisposizione genetica mentre nel sesso maschile il fattore ambientale agisce più strettamente (abitudini familiari, amicizie). L’ atteggiamento di rivolta nei confronti dei genitori e la sicurezza in cibi noti, sono altri fattori che determinano la neofobia, ma anche ad un senso di piacere nel cibo meno marcato che può sfociare in età adolescenziale in un disturbo del comportamento alimentare (come ortodossia o anoressia nervosa).
Va ricordato che il meccanismo di ricompensa utilizzato spesso dai genitori va evitato per non rinforzare il concetto di cibo extra e non abituale.
La selettività alimentare (o pickiness) va distinta dalla neofobia, perché si basa sulla scelta mirata di certi alimenti in modo esclusivo e non il rifiuto di alcuni alimenti, ma anche la selettività può sfociare in gravi disturbi sia fisici che psicologici.
Si può affrontare la neofobia con la desensibilizzazione attraverso l’ esposizione graduale a nuovi alimenti che devono essere presentati in modo gradevole, con gusto vicino a quello del bambino e modellando le reazioni parentali in modo positivo per associare il cibo ad una emozione positiva.
In generale ritengo che una educazione alimentare svolta in ambiente scolastico sarebbe ideale per fare capire ai bambini che il cibo è un alleato della nostra salute e che può essere buono anche se di colori o forme diverse dall’ abituale consumato .
A questo proposito, suggerisco a tutti i genitori di creare un ambiente sereno di consumo del pasto cercando di variare il menù ogni giorno e mangiando gli stessi alimenti dei figli sempre con emozioni di soddisfacimento dopo il pasto e gioco e suggerisco a chi progetta e cucina i menù delle scuole e degli asili di creare dei piatti gustosi, semplici ma vari seguendo uno schema bilanciato e senza eccedere in carboidrati semplici o proteine animali.
Spero possa essere stato utile.
Buon week end
la Vostra doc


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Come oncologa di formazione, mi sono sempre posta la domanda di cosa indicare ai pazienti durante le terapie per nutrirsi in modo da meglio tollerare le stesse terapie e in modo da sinergizzare con esse. Si è iniziato a pubblicare seriamente da circa 15 anni e associazioni come il Fondo Europeo per la Ricerca sul Cancro appartenente all’ OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), ha stabilito alcune raccomandazioni come summa dei risultati dei grandi studi.

In sostanza, viene raccomandato di consumare in modo abbondante i cereali integrali (riso integrale, farro, quinoa, miglio, cous cous integrale, grano saraceno, avena) e legumi almeno 1 cucchiaio a pasto (piselli, fave, fagioli, ceci, lenticchie), di consumare abitualmente frutta e verdura e io aggiungo, di stagione e meglio se di derivazione da coltivazione biologica o biodinamica, di mangiare frutta fresca con moderazione ma almeno 2 volte al giorno meglio fuori pasto e in abbinamento alla frutta secca a guscio come noci, nocciole e mandorle, per impedire il picco glicemico che la frutta fresca provoca a causa del fruttosio.

Di consumare semi oleaginosi misti,  aggiungere semi  nello yogurt, per esempio consiglio bianco o keffir da arricchire con cereali come granola di avena integrale o di farro integrale, cioccolato fondente, anche per colazione

Di consumare pesce, meglio se pescato e fresco, di ridurre tutte la carne in generale ma più la carne rossa e di eliminare la carne lavorata entrata come classe 1 nella classificazione dello IARC (dunque c’è evidenza di una cancerogenicità per l’ uomo), di eliminare le bibite gassate, lo zucchero anche se di canna, il sale fino e tutte le farine raffinate (quelle che noi chiamiamo 0-00 e che sono spesso in pasta o merendine o biscotti confezionati)

Viene consigliata una dieta varia, bilanciata nei pasti e rispondente al fabbisogno del paziente.

Ultimamente con il nascere di una oncologia sempre più tailored sul paziente, cioè cucita ad hoc, personalizzata in base alle caratteristiche genetiche del tumore e della persona, dello stadio e delle condizioni e basata sulla educazione del sistema immunitario a rispondere ad un certo tipo di tumore, si consiglia di personalizzare anche la nutrizione e di prestare particolare attenzione al microbiota (quell’ insieme di micro-organismi che popolano le nostre mucose in particolare il tubo digerente, che rappresenta un organo vero e proprio e che condiziona non solo il metabolismo energetico, del glucosio ma anche la produzione di neurotrasmettitori come la serotonina modulando l’ umore e anche la risposta immune alle noxe infettive e il tono immunitario globale).

Il paziente in terapia va studiato, visitato, ascoltato per permettere una nutrizione adeguata e ad hoc per il problema presente; talora molte donne operate di tumore mammario, mandate in menopausa farmacologica, aumentano di peso con accumulo di grasso viscerale e aumento dello stato infiammatorio e della sindrome metabolica con aumento conseguente del rischio di recidiva. Devono rientrare nel peso e nelle caratteristiche di tessuto adiposo normali per queste (tessuto adiposo viscerale ridotto).

Molto spesso succede che i pazienti in terapia da tempo perdano troppo peso, -massa magra- e venga loro consigliata una terapia nutrizionale parenterale che li aiuta da un lato ma impedisce dall’ altro una nutrizione corretta perché talora altera il senso di appetito, già basso in molti; per cui dovere dell’ oncologo è anche di prescrivere una nutrizione in grado dei aiutare il paziente a prevenire la cachessia, -questo è stressato anche negli ultimi congressi-. Nel 2024, i pazienti oncologici possono sopravvivere con una buona qualità di vita, facendo le terapie e mantenendo un peso e una struttura fisica normale. Per questo si deve associare una moderata attività fisica sempre.

In generale i 3 pilastri della nutrizione in oncologia sono questi:

1- ridurre i picchi glicemici

2- ridurre lo stato infiammatorio

3- ridurre i fattori di crescita

Tutta la nutrizione va costruita poi ad hoc sul paziente conoscendo alla perfezione gli alimenti e le loro proprietà e permettendo così un’ azione sinergica con le terapie e di supporto per il paziente stesso.

Spero possa essere stato utile.

La Vostra doc

 


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11 Novembre 2023 simonacasadeiNutrizione

Ormai è assodato e pubblicato che lo stato di eubiosi condizioni il benessere globale dell’ organismo sia a livello fisico, che metabolico che psicologico e emotivo.
L’ organismo o micromioma -batteri, virus, miceti- che popola il tubo digerente è responsabile della produzione di ormoni e neurotrasmettitori come la serotonina che condiziona l’ umore e la disposizione emotiva, responsabile del metabolismo del glucosio e dunque dei livelli glicemici -per questo è molto importante curare la nutrizione dei pazienti con diabete-,del metabolismo di base, della produzione di alcune vitamine e del normale assorbimento di micro e macro-nutrienti, inoltre di modulare il sistema immunitario.
In generale la rivoluzione microbolomica è avvenuta negli ultimi 8/10 anni con l’ avvento di terapie, specie in ambito oncologico, in grado di modulare ed educare il sistema immunitario alla risposta anti-tumorale, si è visto infatti che modulando il micromioba (in alcuni studi si parla anche di trapianto fecale), è possibile migliorare la risposta ad alcuni farmaci immunoterapici di nuova generazione.
Da queste considerazioni emerge dunque che nutrire il microbiota in modo adeguato sia fondamentale per mantenersi in salute e longevi.
I principi fondamentali si basano su inserire nella dieta cereali integrali (ricchi non solo di cacboidrati complessi ma anche di acidi grassi essenziali e fibre), verdure biologiche in abbondanza e biodiverse nei giorni, utilizzare modicamente frutta di stagione biologica e lontana dal pasto in associazione a frutta secca a guscio tipo noci, nocciole e mandorle in quanto gli acidi grassi essenziali non solo sono utili a livello cardio-vascolare ma in grado di ridurre la velocità di assorbimento intra-gastrica del fruttosio, riducendo l’ incremento di glicemia dopo l’ assunzione della frutta e riducendo la putrefazione che avviene nel colon, spesso accompagnata a gonfiore e meteorismo.
Ridurre le sostanze nervine com caffè e tè, limitarsi al tè banca o kukicha o oolong e tisana di malva e melissa per migliorare lo stato della mucosa intestinale.
A questo proposito vengo descritti in molti studi gli effetti benefici della berberina non solo per ripristinare l’ integrità di parte dell’ intestino ma anche nel modulare la composizione del microbiota stesso e quindi indirettamente si è visto anche sulla salute cardio-vascolare.
si consiglia di idratarsi abbondantemente con acqua a basso residuo fisso e durante tutto l’ arco della giornata e di praticare regolarmente una attività fisica adatta a se stessi. Anche la mediazione camminata può essere utile come ci dice Thich Nhat Hanh.
Per chi lo desidera una giornata tipo per la salute dell’ intestino:
Colazione: tè banca con 1 cucchiaino di miele di manuka con 2 fette di pane tostato integrale con semi di lino e crema di anacardi biologica
spuntino: 1 spremuta di 2 arance con 2 noci
camminata di 30 minuti
Pranzo:
riso integrale rosso con lenticchie, leggermente brodoso con carota e cipolla e miso
oppure brodo vegetale fatto con verdure fresche con ceci , rosmarino e pasta al farro o senatore cappelli
oppure farro integrale con humus di ceci e rucola, 2-3 olive e 2 pomodorini secchi sminuzzati
spuntino: 1 yogurt kefir bianco con 1 cucchiaio di semi di zucca e mirtilli
Cena:
sogliole al forno con 2 patate medie rosse e zucca sempre al forno con timo e alloro e asparagi/carciofi/broccoli cotti al vapore e insaporiti con curcumanda (polvere di curcuma e farina di mandorle 1:1)
oppure
crema di zucca, porro e riso integrale con polvere di semi di girasole e zucca tostati e tritati, prezzemolo
oppure
crema di fagioli con polpa di pomodoro, porro e finocchio, cipolla e 2 bruschette di pane integrale a cubetti
1 ora dopo cena: 1 mela cotta con cannella e pinoli tostati
Altre ricette utili sul mio libro LiveLoveEat edito da Anima Edizioni, acquistabile online o in libreria
Un buon autunno a tutti!!
Curiamo la salute del nostro intestino e staremo meglio con più energia e benessere
La Vostra Doc


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Quando parlo con i miei pazienti in questo periodo dell’ anno, spesso ci troviamo ad affrontare difficoltà di digestione, senso di gonfiore ogni volta che si ingerisce cibo, malessere, talora mal di gola o tosse notturna per le quali non va assunto antibiotico ma altresì un anti-reflussigeno, se il sintomo è associato a bruciore e acidità (comunque valutare insieme al medico di fiducia dopo opportuna visita medica).
Qualche paziente mi riferisce anche dolore infrascapolare…è sempre il reflusso.
Nel cambio di stagione il corpo si adatta al cambio di temperatura, di luce con una certa difficoltà…tale difficoltà produce stress e dunque aumento dell’ attività gastro-produttrice dello stomaco; una incontinenza dello sfintere cardiale o un’ ernia jatale rendono il fenomeno del reflusso non solo costante ma anche sintomatico specie in questo particolare periodo dell’ anno. Tosse, quindi, canina, secca, arrossamento della gola e dell’ ugula, senso di peso sternale, addirittura dolore alla spalla come a mimare un sintomo cardiaco, bruciore retrosternale, in gola e dolore nella parte alta dell’ addome o periombelicale.
Cosa mangiare quando ci troviamo in questa situazione?
Consiglio per una decina di giorni di sospendere pomodoro in ogni forma, caffè, alcolici, spezie piccanti, tutti i brodi, vellutate e minestroni sospendere a cena, ridurre gli insaccati.
Assumere malva mucillagine può essere di aiuto per proteggere la mucosa esofagea o melissa per favorire la direzione ab orale
Ecco un esempio di menù anti-gastritico e anti-reflusso:
– colazione:
latte di mandorle con fiocchi di avena al naturale in ammollo per qualche minuto o fatti sobbollire con miele di manica, qualche mandorla spelata (il pelo seppur ricco di vitamina E, conferisce molta acidità), mela cotta e cannella, a piacere qualche fettina di banana
-spuntino:
1 pera sbucciata a fettine con crema di mandorle o pistacchio e semi di girasole
-pranzo:
riso integrale, sciacquare bene sotto acqua corrente massaggiando per eliminare i saponi, condire con olio evo, grana invecchiato e bietole/cicoria
oppure
pasta senatore cappelli con broccoli, qualche oliva taggiasca, hummus di ceci e semi di zucca tostati
oppure
pasta al farro con olio e grana, carote lessate
-spuntino:
frullato con latte di avena e avocado, mela, 1/2 banana ricoperto di granella di nocciole
-cena:
sogliole al vapore condite con olio e curcuma con verza lessata e patate rosse o zucca al forno
oppure
orata al forno con 2-3 olive taggiasche e carote gratinate con semi di sesamo
oppure
crema densa di ceci e miglio condita con olio evo e semi di zucca tostati e tritati e a piacere una spolverata di grana invecchiato
oppure
scaloppina di tacchina passata in farina di farro e cotta in padella antiaderente con aceto di mele con funghi champignons/cicoria
-spuntino 1 ora dopo cena:
1 mela cotta con cannella e pinoli tostati e tritati

Spero di essere stata di aiuto…. alla prossima settimana con un nuovo articolo e qualche novità per rientrare in forma prima delle festività e per nutrire il microbiota
Con affetto
La vostra doc Simona


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EVIDENZA

Il libro nasce dalla volontà di condividere il metodo LIVE LOVE EAT (vivi, ama, mangia), che parte da basi strettamente scientifiche, attinge a fonti autorevoli, pubblicazioni e raccomandazioni, integrandole con la solida personale esperienza sul campo professionale e di vita: quando la necessità di aiutare se stessi diventa poi una realtà concreta e una motivazione di aiuto del prossimo.

ARGOMENTO

Una struttura articolata in stagioni, in fasi di vita, con un asse biografico ma in cui tutti si possono, in diversa misura e con diversa intensità, riconoscere e rispecchiare una sorta di agenda, di guida quotidiana per un fruitore desideroso di cambiare, di migliorarsi, ma soprattutto di amarsi e prendersi cura di sé. Il libro è agile, versatile, utile nel quotidiano e accessibile a tutti… corredo prezioso nella giornata di ognuno. Si può trovare auspicabilmente uno spunto, un appiglio, un suggerimento o anche solo una frase, una ricetta da utilizzare nella propria quotidianità per ottenere un piccolo momento di gioia, riflessione e magari anche cambiamento e benessere. Esperienza personale, consigli nutrizionali e spirituali si mescolano e si dipanano per diventare un unico discorso accomunato dal leitmotiv: vivi, ama, mangia.

BIOGRAFIA

Simona Casadei, medico chirurgo, oncologa, esperta in nutrizione, si occupa di medicina integrata da circa 10 anni. Ha lavorato presso l’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna in oncologia e presso l’Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Ha eseguito un internato presso l’Istitute Jaquart del gruppo ‘la Salpetriere’ a Parigi, nel 2000. Co-autrice di numerose pubblicazioni scientifiche, ha lavorato a Milano in multinazionali farmaceutiche come medical manager nella ricerca su farmaci di nuova generazione in ambito oncologico. Dal 2005, tornata a San Marino, ha sviluppato la sua attività e conoscenza in ambito nutrizionale, omeotossicologia, meditazione, reiki e theta-healing, medicina integrata. Attualmente esercita la libera professione come oncologo-nutrizionista, esperta in medicina integrata. Tiene serate pubbliche di informazione sulla nutrizione clinica e applicata, integrando meditazione e collaborazioni con chef organizzando cene nutriterapiche.

https://www.ilgiardinodeilibri.it/libri/__live-love-eat-casadei-libro.php?x_frame_secure=1&pn=621


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Podere Lesignano 16/07/2019

Partiamo dalla scienza: studi giapponesi e olandesi hanno analizzato come il diffondersi di gradi anche gravi di obesità infantile, statosi (fegato grasso), ipercolesterolemia e ipertrigliceridemia in età pediatrica, siano da associare ad una dieta troppo ricca di zuccheri raffinati e di proteine di origine animale (carni per lo più lavorate).

Tanti studi si concentrano sulla ADHD, che per molti è anche -ma non solo- ascrivibile a una nutrizione scorretta nel tipo di cibo e nella modalità di somministrazione: I bambini spesso fanno colazioni troppo esigue ma ricche di zuccheri semplici come la merendina e ovviamente hanno picchi glicemici altissimi che producono una scarica di insulina dal pancreas (organo deputato per lo più a controllare che la glicemia non salga troppo) con conseguente ipoglicemia di rebound. Considerando che il nostro cervello si nutre per lo più di glucosio cioè di zucchero, in caso di iperglicemia ci sarà un grande attivazione e in caso ipoglicemia si verificheranno sintomi quali disattenzione, nervosismo, aggressività. Oltre ad avere una ipoglicemia nelle prime ore del mattino dopo la colazione troppo dolce, ne avranno una anche nelle ultime ore perché di solite le merende della metà mattina sono a base di yogurt zuccherati, merendine o frutta da sola (la frutta ha fruttosio che parimenti al glucosio dà un picco glicemico); in definitiva arrivano in tarda mattinata molto affamati (in fondo non hanno mangiato un granché quantitativamente) e in ipoglicemia profonda.

Altri studi analizzano come la presenza di additivi o coloranti possano influire sulla comparsa di eczemi e della stessa obesità, vengono analizzati i bambini che bevono latte di mucche che mangiano erba e non mais, e i primi oltre a crescere più sani, grazie ad alti livelli di CLA (acido linoleico coniugato) che tra le altre cose è un potente anti-tumorale, sono più sani. Quindi assicuriamoci che il latte che diamo ai nostri bambini provenga da allevamenti biologici, senza pesticidi e che le mucche mangino erba (persino uno studio coreano analizza ciò….strano per gli orientali, un tempo non bevevano latte, mentre ora con la occidentalizzazione sì e si sono trovati con una epidemia di obesità, per questo stanno studiando le cause e come salvare i loro bimbi)

Oltre a questo, la presenza di zuccheri semplici e raffinati nella dieta del bambino può causare il pancino gonfio, flatulenza e dolori, tipici della disbiosi e del richiamo di liquidi che questi nutrienti creano nel colon.

Allora come iniziare la giornata:

colazione:

  1. crema di riso integrale (prendere riso biologico integrale, sciacquare bene sotto acqua corrente, porre in abbondante acqua e sul fuoco, a bollore, abbassare e coprire e fare bollire 60 minuti senza mescolare, poi non scolare e frullare finemente -se il bimbo è molto piccolo e quindi l’ apparato digestivo non è ancora maturo per la digestione delle fibre- passare con un colino); questa crema che ha ferro, rame, manganese (anti-infiammatori) e proteine può essere arricchita con crema di mandorle, uvette o albicocche secche oppure frutta fresca
  2. porridge con fiocchi di avena, fatti bollire con latte di avena o acqua può essere guarnito di noci, crema di mandorle e frutta disidratata senza zucchero
  3. farinata (farina di ceci, acqua, olio e un pizzico di sale) cotta e guarnita con frutta e noci
  4. biscotti della felicità: farina tipo 2, acqua e olio fate un impasto, un pizzico di sale, le piadelle si cuociono in padella antiaderente e possono essere guarnite con tofu anche in fiocchi, datteri e noci, il tutto può essere frullato e passato 10 minuti in forno
  5. pancake: latte di avena, farina di farro, albumi, olio, in quantità che volete -imparate a sperimentare e cucinate insieme ai vostri figli, i bambini adorano cucinare!!!!- e sopra con frutta fresca o marmellata fatta in casa senza zucchero ma con purea di mela per dolcificare

Se volete aggiungete una bevanda, anche il latte ma tenete conto che se il bimbo è nel percentile di crescita giusto e si alimenta in modo vario, non è necessario, potete fare un estratto o aggiungere uno yogurt non zuccherato (glucosio e sciroppo di glucosio non ci devono essere negli ingredienti)

A metà mattina: la frutta è un ottimo spuntino ma andrebbe sempre accompagnata da un grasso buono, vegetale come noci o mandorle o nocciole, che rallenta la velocità di assorbimento del fruttosio e crea un picco glicemico molto più basso, non creando fluttuazioni brusche della glicemia e quindi maggiore disponibilità per la mattina.

Quando ci apprestiamo al pranzo, spesso intervengono i nonni, i quali capiranno se chiederete loro di non fare tutti il giorni il ragù, di utilizzare una farina tipo 2 o di grano antico come senatore cappelli o frassineto, meno ricche di glutine perché la coltivazione è biologica….andrà bene un piatto di pasta con sugo di verdure senza soffritto magari con legumi e una insalatina a seguire che può essere arricchita da una proteina anche animale come della carne bianca o rossa fresca (non insaccati) o pesce. ovviamente qui il pane non è da mettere in tavola.

A metà pomeriggio: torta gustosa con 200 gr di farina di farro, 2-3 albumi, miele o purea di mele per dolcificare, lievito biologico, 1 cucchiaio di olio extravergine, carote julienne, scagliette di cioccolato fondente e noci, lasciate lievitare per 20 minuti poi in forno per 25 minuti a 180 gradi con un estratto di frutta o del latte vegetale (eviterei tutti i succhi troppo carichi di zuccheri)

A cena ci deve essere un piatto, lo prendete più grande e dividete la settimana:

  1. carne rossa con verdure cotte foglia verde e 2 fette di pane tostato (farina di grano antico, attenzione all’ integrale se il bimbo è troppo piccolo), la tostatura abbassa l’ indice glicemico del pane
  2. carne bianca (andate dal macellaio non acquistate il confezionato) e verdure come zucchine, melanzane o finocchi anche gratinati +/- 1-2 fette di pane tostato
  3. 2 volte di pesce: al forno o al vapore, sogliole, orate, branzino, -meglio evitare i crostacei- rombo con verdure cotte miste e 2 patate medie che aiutano la digestione dei grassi del pesce (no pane)
  4. 1 volta a settimana: 2 uova anche con pisolini e 1 cucchiaio di polpa di pomodoro e 1 fetta di pane tostato
  5. 1 volta a settimana la pizza magari con impasto di farina non raffinata e con poca o senza mozzarella tipo con carciofini e olive (la bibita gassata che i bimbi amano può essere consumata qui ma senza zucchero)
  6. 1 volta a settimana la piadina meglio se integrale o senatore cappelli o farro con qualche gratinato -fatelo voi con pane integrale e non acquistate il pane grattugiato, se guardate l’ etichetta noterete lo strutto!!!- erbe miste o verdure grigliate e se qui vogliono prosciutto crudo sgrassato o fesa di tacchino o prosciutto cotto al vapore -non nel latte!!- ok, ma non dalle confezioni di plastica dove sono presenti nitriti e nitrati (cancerogeni) ma tagliati freschi oppure del formaggio ma assicuratevi della provenienza.

In definitiva ricordatevi che i bimbi imitano i genitori, se il bimbo cerca la bibita gassata in frigo e voi siete disperate, bhè -!- non acquistate la bibita gassata.

Assicuratevi che il cibo sia biologico, evitate il cibo preconfezionato, cucinate con i vostri bimbi. Cambiare si può e il bambino capirà e vi seguirà piano piano.

Buona estate!!!!

Simona Casadei


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Alimentazione: quanto incide sul rischio di ammalarsi di cancro

Un’alimentazione sana ed equilibrata può aiutare a prevenire malattie al cuore e tumori.

Alimentazione: quanto incide sul rischio di ammalarsi di cancro?

Un’alimentazione sana ed equilibrata è ciò che può aiutare a prevenire malattie al cuore e tumori. Non è facile fare calcoli precisi di quanto ciò che si mangia incida sul rischio di tumore ma, secondo l’American
Institute for Cancer Research che si basa a sua volta sui maggiori studi
epidemiologici, le cattive abitudini alimentari sarebbero responsabili di
circa tre tumori su dieci. Se a ciò si somma l’importanza della nutrizione
per la prevenzione dell’obesità e della sindrome metabolica, che a loro volta provocano anche malattie cardiovascolari, si capisce quanto importante sia ciò che mettiamo nel piatto.


La relazione può dipendere dalla presenza di alcune sostanze che favoriscono la malattia: alcuni esempi sono i nitriti e nitrati, utilizzati essenzialmente come conservanti negli insaccati e collegati al cancro del colon. Altre volte non è l’alimento in sé, quanto la sua cattiva conservazione, a essere un problema: per esempio, nei cerealimal conservati si sviluppano muffe che liberano aflatossine, sostanze molto cancerogene. Anche la tempistica è importante: numerosi studi hanno dimostrato che è fondamentale alimentarsi correttamente fin da piccoli, ma allo stesso tempo non è mai troppo tardi per cambiare.


Alcune ricerche hanno dimostrato che, anche dopo la diagnosi di tumore, il paziente può trarre vantaggi da una dieta più sana. Il cibo può essere una grande arma di prevenzione, a patto che si comprenda fino in fondo cosa significa mangiare bene. La letteratura scientifica fornisce numerose informazioni utili, anche se i risultati degli studi non sono sempre semplici da interpretare.



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26 Febbraio 2019 simonacasadeiNutrizione

gastrite:

crema di riso integrale: prendere riso integrale biologico sciacquare bene bene sotto acqua corrente, mettere in cinque parti di acqua rispetto al peso, sul fuoco, a bollore, abbassare il fuoco e coprire…..fare bollire per 60 minuti senza mescolare, si formeranno dei buchino sulla superficie…è cotto!!! Frullare o passare al setaccio, condire con olio e sale marino integrale o gommasio

colite:

vellutata di topinambur, sbucciare, cuocere in acqua e frullare, condire con olio, sale marino integrale e una puntina di curcuma; filetto di pesce, tipo sogliola o orata o sgombro o nasello al vapore condito con olio, sale marino integrale e qualche goccia filtrata di limone fresco

chemioterapia:

  1. grano saraceno biologico, sciacquare a secco, fare bollire per 30 minuti e condire con trito/frullato di prezzemolo-olio-sale marino integrale-semi di girasole, aggiungere zucchine al vapore
  2. vellutata di lenticchie (cotte e passate al setaccio) con miglio (sciacquare prima di cuocere) + a piacimento, olio e gommasio
  3. biscottini di batata (cuocere con la buccia e frullare) miscelati a farina di mandorle e fiocchi di avena al naturale e biologici + tisana di melissa con miele di manuka (1/2 cucchiaino)

prevenzione in follow up oncologico:

associare cereale integrale (riso integrale, orzo decorticato, miglio, grano saraceno, amaranto, quinoa) con 1-2 cucchiai di legume da cotto (piselli, lenticchie, ceci, fagioli, edamame, fave) + 1 verdura cotta a piacere + 2-3 olive biologiche + 1 cucchiaio di semi (girasole, zucca, sesamo), olio, prezzemolo, sale marino integrale e un pizzico di curcuma

malattie auto-immuni:

pesce al forno o al vapore, orata, branzino, pesce azzurro piccolo etc (no crostacei) con abbondanti verdure foglia verde cotte a cena e crude a pranzo + semi di girasole (come carboidrato aggiungere carote lessate o patate rosse)

malattie neuro-degenerative:

vellutata di zucca e topinambur, porro, lessare e frullare, condire con olio, prezzemolo e gommasio + 1 cucchiaio di semi di zucca; pesce azzurro al vapore o alla griglia anche lievemente impanato con trito di pane integrale-prezzemolo-qualche goccia di limone e sale marino integrale con broccoli/cavolini di Bruxelles/cavolfiore

pranzo con insalata:

  1. 1/2 avocado (ora è prodotto anche in Italia) + feta, 2-3 olive, 1 cucchiaio di semi di girasole, valeriana, carote, indivia, finocchi
  2. 1 uovo sodo a fettine con foglia verde + carote/finocchi/cavolo cappuccio alla julienne, 2-3 olive, 1 cucchiaio di capperi biologici, prezzemolo, 1 cucchiaino di semi di zucca
  3. tonno da vetro ben scolato, foglia verde croccante, radicchio, 2-3 olive, 1 cucchiaio di semi di sesamo, 1-2 cucchiai di fagioli cannellini o corona, 2-3 acciughe, 1 cucchiaino di capperi, qualche goccia di limone fresco filtrato
  4. 1 pera + cavolo cappuccio rosso e bianco, 1 cucchiaio di semi di girasole, pomodorini, 2-3 olive e ricotta
  5. spianaci crudi, 3 noci, scaglie di grana, qualche goccia di limone fresco filtrato e 2 cucchiai di ceci, 1 cucchiaino di semi di zucca

anemia:

pasta di lenticchie condita con olio, prezzemolo e semi di girasole, 1 pizzico di curcuma

riso integrale con vongole e prezzemolo

amaranto con fagioli azuki o borlotti e radicchio cotto al vapore, prezzemolo e semi di lino

maggiori approfondimenti in diretta!!!!

buona settimana

Simona


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Cancro al seno: le verdure nella dieta potrebbe avere un ruolo determinante in termini di sopravvivenza

Una alimentazione che comprenda buone quantità di verdure si ritiene aumenti le possibilità di sopravvivere a lungo, libere da recidive dopo diagnosi di neoplasie della mammella.
Le pazienti dovrebbero includere molte verdure, in particolare le crucifere come broccoli e cavoli. Secondo gli scienziati, infatti, proprio il consumo di questo tipo di verdure, è legato ad un calo dei tassi di morte per tumore della mammella e non solo questo.

A sostenere che mangiare broccoli e cavoli, sinergizzi con le terapie per la cura del tumore al seno, sono i ricercatori della Vanderbilt University, di Nashville (Stati Uniti) i quali hanno seguito per cinque anni un gruppo di quasi 5.000 pazienti e lo studio EPIC condotto presso l’ Istituto dei tumori di Milano.
Lo scopo era proprio di individuare quali fattori potessero influire sul decorso della malattia, nel bene o nel male.

I dati raccolti hanno permesso di scoprire che, in effetti, il consumo di crucifere avesse un ruolo nella riduzione dei tassi di recidiva e sopravvivenza globale. Nello specifico si è rilevato che le donne che includevano nella propria alimentazione un buon numero di queste verdure durante i primi tre anni dalla diagnosi, vedevano ridursi le probabilità di decesso per la malattia.

Chi pertanto aveva aumentato l’apporto di crucifere poteva avvantaggiarsi di una riduzione del rischio del 20% circa. Riguardo la morte per tutte le cause, il rischio diminuiva comunque del 15%. Percentuali di tutto rispetto.

L’analisi della dieta seguita dalle donne ha anche permesso di stabilire come vi siano differenze nelle abitudini alimentari tra l’Oriente e l’Occidente. In particolare, in Oriente si prediligono le rape, il cavolo cinese, le verdure a foglia verde in genere, i germogli e il Bok choy, un tipo di cavolo cinese. In Occidente, per contro, si consumano di più i cavoli “classici”, quelli di Bruxelles e i broccoli.. In ogni modo, quale che sia il vostro ortaggio preferito, l’importante è che sia uno di questi che sono notoriamente ricchi di sostanze antiossidanti e dunque preventivi per neoplasie maligne, come suggerito da numerosi studi.


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Mi trovo spessissimo a dovere dare opinioni su integratori che vengono consigliati più spesso da conoscenti o personaggi interessati solo al loro business più che da colleghi del ramo medico o farmaceutico (che hanno ovviamente più a cuore il benessere della persona), questo accadimento mi turba molto perché molto spesso non possiamo sapere cosa accadrà nell’ organismo di chi assumerà l’ integratore in modo possiamo dire, ingenuo e fidandosi. Il problema dei sostituti in busta dei pasti o dei ‘fintipasti’ a base proteica è enorme sia per i risvolti salutistici che economici e mi sembra strano che nessun ente regolatore nell’ ambito sanitario abbia fatto un intervento deciso per impedire la diffusione che avviene quasi sommessamente in apposite riunioni o qualche volta in ambienti para-medici. Di certo non mi voglio scagliare contro alcuno ma diffido di chi propone una busta ad un paziente oncologico in chemio o ad un ottantenne diabetico insultino-dipendente….ci vuole un bel pelo sullo stomaco!!!!! Ma è solo una riflessione mia….Le raccomandazioni ci sono, eccole: 1. una dieta varia ed equilibrata fornisce tutte le sostanze nutritive di cui l’ organismo ha bisogno, pertanto in condizioni normali non vi è necessità di integrare; 2. un integratore non può compensare uno stile di vita scorretto (non mangio perché non ho tempo o non digerisco niente di quello che mangio); 3. evitare il ‘fai da te’: mai fidarsi di integratori che passano di mano in mano senza un minimo vaglio del proprio medico per le proprie caratteristiche; 4. prima di assumere integratori se si stanno assumendo farmaci, verificare eventuali interazioni; 5. non assumere integratori per periodi prolungati o più integratori insieme, leggere sempre le etichette informative, la provenienza, la certificazione e non assumere mai dosi superiori a quelle indicate, in caso di effetti collaterali, rivolgersi immediatamente al proprio medico. Il Fondo Europeo per la Ricerca sul Cancro sconsiglia vivamente l’ utilizzo di integrazioni qualora la persona sia in grado di alimentarsi ed anzi sollecita i medici ad aiutare il paziente o la persona in generale ad adattare la nutrizione alle particolari esigenze o problematiche del paziente o della persona stessa. Fate la Vostra scelta consapevole!!!!!! Liveloveat

 


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